La crisi umanitaria in Afghanistan, il valore della pace e la necessaria cooperazione tra le religioni

Ho sentito il desiderio di scrivere e pubblicare sul quotidiano online Lametino.it questo articolo sulla difficile situazione del popolo afgano, dopo aver letto le tristi parole di una ragazza afgana…

Lamezia Terme – Questa mattina ascoltando la rassegna stampa le ultime notizie dall’Afghanistan ho provato un grande dolore, il dolore dell’impotenza, ho pianto, a un certo punto resto colpita da alcune parole di una lettera scritta da una ragazza afgana e pubblicata dalla BBC senza nome per proteggerla, cerco il testo (https://www.bbc.com/news/world-asia-58297623): Looking at the sky and asking from him: do you see us, will you help us? Shall I have hope, that little hope!….Guardando il cielo gli chiedo: ci vedi, ci aiuti? Devo avere speranza, una piccola speranza! ……Le mie lacrime si trasformano in preghiera, mi tornano alla mente alcuni punti chiave del mio impegno ed interesse per i temi dello sviluppo e tra questi la profonda convinzione maturata nel tempo del ruolo determinante svolto nei secoli dalle Religioni che, attraverso i loro rappresentanti, hanno contribuito a plasmare direttamente od indirettamente tutte le “civiltà”, e come tali andrebbero riconosciuti come fondamentali attori e collaboratori di sviluppo.

“Lo Sviluppo è il nuovo nome della Pace” queste le parole scritte da Papa Paolo VI nel 1967 nella storica Enciclica Populorom Progressio. In queste parole (nn.76-81) ed in quelle contenute nell’Appello finale rivolto a tutti, in particolare a tutti i Cristiani e Credenti (n.82)*, trovo la risposta alla domanda della ragazza afghana. Penso allo sforzo svolto dal Governo Italiano ed alla volontà e grande impegno del Primo Ministro Mario Draghi di coinvolgere i Grandi della terra, attraverso il G20, per promuovere un processo di dialogo e cooperazione per affrontare la crisi Afghana, aprendo una prospettiva di Sviluppo con il grande obiettivo della Pace. Penso all’Agenda 2030, ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, al naturale coinvolgimento delle Nazioni Unite in questo processo, mi pongo alcune domande: “E’ possibile delineare un percorso di uscita da questa crisi scaturita dal ritiro degli USA dall’Afghanistan, apparentemente locale, ma da molti ormai riconosciuta come crisi “globale”, senza coinvolgere i Leader Religiosi, coloro che, più di ogni altro, avrebbero gli strumenti per “illuminare” un autentico ed integrale processo di pace, di sviluppo? “Sarebbe una utopia aggiungere all’Agenda 2030 un altro Obiettivo di Sviluppo, il n.18, rivolto alla Cooperazione tra le Religioni”?

Ho parlato di questa idea con un caro amico, Prof. Oreste Bazzichi, esperto di economia alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, commentando che questo nuovo obiettivo da aggiungere ai 17 della Agenda 2030 potrebbe trovare un riscontro nel famoso quadro “L’Allegoria del Buon Governo” dipinto da Ambrogio Lorenzetti nel 1338 all’interno del Salone della Pace del Palazzo Pubblico di Siena, che ha ispirato il video realizzato dalla Università di Siena per presentare gli Obiettivi di Sviluppo dell’Agenda 2030 (https://www.mining-sd.com/msd-driving-factors/) Una piccola idea certamente non può essere la risposta alla domanda di aiuto della ragazza Afghana e dei tanti Afghani che stanno cercando di lasciare il Paese… una speranza nel ricordo delle parole di Dom Helder Pessoa Câmara: “Se uno sogna da solo, il suo rimane un sogno; se il sogno è fatto insieme ad altri, esso è già l’inizio della realtà.”

Nelida Ancora
(Direttore Mining&Sustainable Development)

  • *Populorum Progressio – Lettera Enciclica di Sua Santità Paolo – 26 Marzo 1967

https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_26031967_populorum.html

  • *N. 82. Cristiani e credenti

Tutti i cristiani, nostri fratelli, vorranno, non ne dubitiamo, ampliare il loro sforzo comune e concertato allo scopo di aiutare il mondo a trionfare dell’egoismo, dell’orgoglio e delle rivalità, a superare le ambizioni e le ingiustizie, ad aprire a tutti le vie di una vita più umana, in cui ciascuno sia amato e aiutato come il prossimo del suo fratello. E, ancora commossi al ricordo dell’indimenticabile incontro di Bombay con i nostri fratelli non cristiani, di nuovo Noi li invitiamo a cooperare con tutto il loro cuore e la loro intelligenza, affinché tutti i figli degli uomini possano condurre una vita degna dei figli di Dio.

L’offesa ad un popolo non ad un Ministro!

15 Luglio 2013
Quanto sta accadendo nel nostro Paese è frutto di una enorme confusione, ma soprattutto evidenzia la nostra incapacità di sentirci ed esprimerci come “popolo”.
Di fronte a certe affermazioni che offendono l’identità di un popolo, l’intero popolo dovrebbe esprimere la sua profonda ed inamovibile “indignazione”.
Il Vice Presidente del Senato Sen. Roberto Calderoli non ha offeso il Ministro Cecile Kyenge, ha offeso tutti noi!
Le sue dimissioni sono un atto dovuto in un Paese civile.

23 Giugno 2013

Corriere della Sera intervista al Ministro degli Affari Ue Enzo Moavero
“L’Italia non spende il 60% dei fondi europei”
Condivido pienamente e pensando al Sud credo che sia tempo che noi cattolici, con coraggio,  si prenda l’iniziativa per “non perdere” queste risorse strategiche proponendo strategie e progettualità  capaci di attivare processi di sviluppo autentico ed innovativo……………..

Todi 22 Giugno 2013

Oggi ho partecipato al seminario organizzato a Todi dalla associazione di amicizia politica Argomenti 2000, presieduta dall’amico Ernesto Preziosi “Ritrovare il futuro”
Quale futuro per la politica in Italia: il contributo del cattolicesimo politico.

 http://www.argomenti2000.it/iniziative/todi2013

Emergenza lavoro, internazionalizzazione, Europa….20 anni persi, responsabilità dei cattolici,  punti che condivido da moltissimo tempo.
Quale ruolo dei cattolici? ……..la mia proposta “ricorrente”: iniziamo dalla nostra fragilità, il Sud

23 maggio 2013 – Assemblea della Confindustria

Finalmente il Nord chiama il Sud!! Giorgio Squinzi nel corso dell’assemblea annuale della Confindustria «Il motore del Nord batte in testa». «Lo straordinario modello economico e produttivo del Nord manda chiari segnali di allarme che non possiamo lasciare cadere inascoltati» e alludendo al Sud, ha aggiunto: «Se Atene piange, Sparta non ride».